Il testo è ripreso dall’opuscolo informativo „Salute mentale – che cos’è?“, (pag. 43-49), pubblicato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Distretti Sanitari (2. edizione riveduta e corretta)

Sindromi schizofreniche: Che cosa sono?
Le sindromi schizofreniche sono i disturbi psichici più difficili da comprendere e perciò determinano paure, pregiudizi e stigma. Il termine “schizofrenia” significa “mente divisa”. Le persone che ne sono affette vivono in parte nella realtà percepita comunemente da tutti, in parte in un mondo interiore nel quale hanno percezioni inusuali, ad esempio odono voci che nessun altro riesce a sentire, e maturano certezze non condivise con altri. Tali convinzioni (per esempio quella di essere perseguitati, spiati o amati) sono prive di riscontro nella realtà e vengono definite “deliri”. La persona affetta è spesso insicura in molti ambiti, ma si mostra invece sicura che tutte le proprie convinzioni ed esperienze “paranormali” corrispondano alla realtà; il confronto con questo mondo immaginario costituisce motivo di grave disagio per i suoi famigliari. Molto spesso la persona schizofrenica non è in grado di riconoscere di essere malata e di chiedere aiuto e reagisce con eccessi d’ira quando ritiene di non essere presa sul serio, non riesce a capire perché gli altri non condividano le sue sensazioni e disperde buona parte delle proprie energie concentrandosi sul proprio mondo interiore. Anche i famigliari impiegano un certo tempo prima di rendersi conto che il proprio congiunto soffre di una malattia “fantasma”, caratterizzata da molteplicità di sintomi, di forme e di decorsi, con comportamenti a volte bizzarri ed incontrollati. La sindrome schizofrenica può infatti essere leggera o grave, acuta e traumatica o così sottile da non essere quasi percepita all’inizio; può guarire o portare ad invalidità. Le allucinazioni, le convinzioni irrealistiche ed i disturbi della concentrazione possono rendere imprevedibile il comportamento di una persona schizofrenica.

I sintomi delle sindrome schizofreniche
Si parla di schizofrenia quando almeno uno dei sintomi 1-4 ed almeno due della serie 5-8 persistono per almeno un mese:

  1. sensazione che i propri pensieri ed emozioni vengano sottratti o immessi da qualcuno, si possano trasmettere o vengano uditi da altri;
  2. convinzioni che il proprio corpo, certi movimenti, emozioni o pensieri vengano controllati da forze esterne e sconosciute, per esempio tramite ipnosi o radiazioni;
  3. convinzione di udire voci che parlano del soggetto, commentandone le azioni, impartendogli ordini o insultandolo (allucinazioni acustiche);
  4. maturazione di certezze bizzarre e prive di qualsiasi riscontro nella realtà (deliri), quali ad esempio la convinzione di essere inseguiti da demoni o servizi segreti, di avere contatti con extraterrestri, di poter fermare il tempo o influenzare le condizioni meteorologiche;
  5. particolare sensibilità corporea, visiva, olfattiva, gustativa o tattile;
  6. sensazione che i pensieri si interrompano e vengano sostituiti con altri immessi da forze esterne, sensazione che l’atto stesso del pensare sia doloroso;
  7. linguaggio confuso e sconnesso, argomentazioni prive di logica;
  8. disinteresse, appiattimento affettivo o stati emotivi inadeguati alla situazione (per esempio risate o battute in una situazione triste); timore delle persone e del contatto con gli altri, paura delle situazioni nuove, inerzia e mancanza di obiettivi, trascuratezza e scarsa cura della persona.

La persona disturbata incontra spesso difficoltà di esprimersi mentre ciò che si percepisce nella vita quotidiana è la sensazione che qualcosa non vada bene. Le sindromi schizofreniche sono caratterizzate da disturbi del pensiero e della percezione, ma anche da stati emotivi inadeguati alla situazione in cui ci si trova.

La schizofrenia non è un disturbo della nostra civiltà
Le sindromi schizofreniche colpiscono senza distinzioni di razza, cultura e ceto sociale circa l’uno percento della popolazione mondiale. Spesso le persone affette da schizofrenia vivono le proprie esperienze con profonda angoscia e si suicidano con una frequenza quaranta volte maggiore rispetto alla media della popolazione. Per questa ragione esse abbisognano di particolare assistenza e di molta comprensione. I disturbi schizofrenici si manifestano in genere nella prima età adulta. Due terzi delle persone affette da schizofrenia possono approfittare molto delle cure offerte loro, anche fino al raggiungimento della completa guarigione. In un terzo dei casi invece purtroppo il decorso è cronico. Sono stati osservati casi di guarigione anche dopo decenni di malattia. É una delle patologie più costose, tanto che nei paesi occidentali l’assistenza agli schizofrenici incide per il 2-3% sulla spesa sanitaria complessiva.

Le sindromi schizofreniche dipendono da molti fattori
Esiste una predisposizione ereditaria alla schizofrenia, che però non basta da sola a causare l’insorgenza della malattia, ma può essere aggravata da uno squilibrio relazionale nell’infanzia, mentre i fattori scatenanti sono connessi a stress psichici e sociali di vario genere. Non a caso molti uomini sviluppano la malattia durante il servizio militare e molte donne durante la gravidanza. Anche la pubertà, l’ingresso nel mondo del lavoro, una delusione amorosa o un conflitto irrisolto possono innescare una condizione schizofrenica acuta. Gli studi sul funzionamento cerebrale hanno messo in luce che durante gli episodi schizofrenici alcuni centri cerebrali emettono una maggiore quantità di neurotrasmettitori eccitanti, con una conseguente sovrapproduzione di segnali e sensazioni. Contemporaneamente risulta rallentata l’attività di altri centri situati nella regione frontale del cervello e preposti alla distinzione fra stimoli propri e stimoli esterni. É probabile che per questa ragione lo schizofrenico fatichi a distinguere fra realtà ed immaginazione, risultando talora estremamente suscettibile e particolarmente sensibile allo stress.

Le sindromi schizofreniche possono essere trattate efficacemente con interventi mirati
Quanto più improvviso è l’esordio del disturbo e più intensa la reazione del paziente, tanto migliori sono le prospettive di una guarigione completa. In caso di decorso latente, invece, può risultare difficile convincere la persona ad intraprendere una terapia, proprio perché non è consapevole di essere disturbata. Spesso sono i famigliari a cercare aiuto quando non riescono più a sopportare il comportamento bizzarro del proprio congiunto. Il medico di medicina generale è il migliore interlocutore e consulente, anche per le difficoltà dei famigliari. Il medico psichiatra è lo specialista più indicato per riconoscere ed impostare la cura del disturbo, ma gli interventi terapeutici e di riabilitazione vanno effettuati da una equipe con varie figure professionali (infermieri, ergoterapisti, assistenti sociali, operatori assistenziali, educatori, psichiatri, psicologi, ecc.). É essenziale che la relazione tra persona disturbata ed equipe curante sia continuativa nel tempo. In alcuni casi risulta necessario il ricovero in un reparto di psichiatria, talvolta anche contro la volontà della persona sofferente.

I farmaci antipsicotici sono molto efficaci durante la fase acuta della malattia in quanto riducono progressivamente deliri ed allucinazioni migliorando la concentrazione. Essi possono però rallentare il pensiero ed il movimento o causare aumento di peso o disturbi motori. Gli antipsicotici non provocano dipendenza. Si tratta di farmaci in grado di dislocare determinati neurotrasmettitori eccitanti da una parte dei loro recettori compensando in questo modo l’iperattività dei trasmettitori ed introducendo una sorta di “filtro” protettivo verso l’eccesso di informazioni. Per prevenire eventuali ricadute è necessario continuare l’assunzione regolare della dose minima efficace dopo ogni episodio acuto per un periodo che può variare da uno a cinque anni. Anche la protezione dagli stimoli esterni, molto riposo ed un ambiente tranquillo contribuiscono ad attenuare la sofferenza della fase acuta. Una forma rara di schizofrenia acuta a rischio di morte (catatonia maligna) richiede l’applicazione immediata della terapia elettroconvulsivante quale misura salvavita.

Se il disturbo diventa cronica
La persona ha bisogno soprattutto di interventi riabilitativi in quanto tende a perdere abilità (parla poco, perde i propri interessi, teme il contatto con gli altri e rifugge le decisioni). Attraverso l’esercizio quotidiano in un centro psichiatrico psicoterapeuticamente impostato potrà reimparare a convivere con le altre persone, ad organizzare costruttivamente la propria vita quotidiana, a curare l’igiene personale, a mantenere in ordine la propria abitazione e ad utilizzare in modo creativo il tempo libero. La riabilitazione è affidata ad un team di esperti. Attraverso le varie forme di arteterapia e l’ergoterapia (bricolage, lavori domestici, pittura, disegno, ceramica) la persona impara ad esprimere in modo creativo le proprie esperienze, altrimenti difficili da descrivere, e ad esercitare la propria concentrazione.

Anche la musicoterapia, le terapie fisiche (sport e ginnastica) ed il contatto controllato con gli animali (pet therapy) favoriscono le capacità relazionali, rafforzano la coscienza di sé e migliorano la concentrazione. Un’informazione approfondita della persona e dei famigliari, per esempio all’interno di cosiddetti gruppi di psicoeducazione, è indispensabile affinché tutte le persone coinvolte si possano confrontare con il disturbo e con le reali prospettive di cura. Bisogna comprendere ed accettare che operatori, familiari e persone sofferenti abbiano in genere punti di vista differenti, tutti degni di rispetto. Un clima famigliare sereno ed obiettivo può contribuire alla prevenzione di eventuali ricadute. Una terapia famigliare può ridurre eventuali sensi o attribuzioni di colpa e conflitti all‘interno della famiglia. Possono essere inoltre indicati provvedimenti di reinserimento lavorativo o pensionamento. La società in generale deve contribuire riducendo lo stigma ed i pregiudizi verso chi soffre di schizofrenia. Grazie ai numerosi interventi mirati sopra elencati oggi, anche dopo anni di disturbo, è possibile ottenere guarigioni o comunque sensibili miglioramenti in un numero elevato di casi. Che la schizofrenia sia un male incurabile è dunque un pregiudizio da superare.